martedì 22 gennaio 2008

Stop all'isola pedonale in corso della Repubblica


1 commento:

Anonimo ha detto...

Isole pedonali
[metri quadri/abitante]
fonte:censimento Ecosistema Urbano 2007

La revisione dei dati delle isole pedonali ha consentito di considerare validi i dati di 93 città, di queste 85 adottano isole pedonali. L’estensione media è comunque in crescita attestandosi a 0,31 m2 per abitante. Sette comuni (Venezia, Verbania, Lucca, Terni, Salerno, Cremona e Massa) superano la soglia di 1 metro quadro per abitante. Tra le grandi città, oltre al caso eccezionale di Venezia (in cui, per la sua particolare conformazione urbanistica, tutto il centro storico corrisponde ad una grande isola pedonale di oltre un milione di metri quadri), Roma ha circa 364.000 metri quadri di isole pedonali, Firenze, Torino, Napoli sono intorno alle 300.000 m2, mentre Milano si ferma a circa 120.000 m2, un’estensione che è raggiunta, se non addirittura superata, da città ben più piccole, quali Lucca, Terni, Salerno, Parma e Padova. Sono, invece, una trentina le città in cui la superficie pedonalizzata a disposizione del singolo abitante è ancora decisamente limitata e non raggiunge un terzo della media. Di queste 8 dichiarano di non avere istituito alcuna isola pedonale. Occorre infine sottolineare che, nonostante le verifiche fatte, il dato relativo alla superficie stradale pedonalizzata in maniera permanente, per quanto teoricamente non equivoco, può venire a volte interpretato in maniera non sempre univoca dalle singole città, con metodi di calcolo che possono risultare non omogenei.
Tabella sui quantitativi di mq per abitante di isole pedonali dei comuni italiani sul sito di Legambiente

Zone a traffico limitato
[metri quadri/abitante]
Fonte:censimento Ecosistema Urbano 2007

Il controllo sulla metodologia di calcolo di questo indicatore, al fine di renderla omogenea per tutte le città, ha portato l'estensione media complessiva delle Zone a Traffico Limitato oltre i 4 m2 per abitante, sebbene per 12 città non siano stati considerati validi i dati e 6 dichiarino di non aver adottato alcuna limitazione del traffico. Nel complesso, sono 11 le città che hanno ZTL con estensione superiore a 100 ettari. Tra queste spicca oltre a Roma, prima tra le grandi città, anche Bergamo, che, nella revisione della regolamentazione del traffico, ha abolito le isole pedonali, portando però ad oltre 5 milioni di metri quadri l’estensione delle proprie Zone a Traffico Limitato, diventando quindi la prima in termini di disponibilità pro capite, con 46 m2 per abitante, precedendo Siena con 31 m2/abitante. Al di sopra dei 10 m2 per abitante si collocano anche Mantova, Pisa, Viterbo, Pavia, Firenze e Ferrara. Mentre all’opposto ancora 32 comuni rimangono comunque al di sotto di 1 m2 per abitante. Oltre a Roma, tra le grandi città Palermo, Firenze, Napoli e Bologna hanno oltre 3.000.000 m2 di ZTL. Anche nel caso delle Zone a Traffico Limitato, nonostante le verifiche effettuate, laddove non è stato possibile disporre di un dato aggiornato o non è si è riusciti a contattare gli uffici comunali, possono sussistere, per alcune città, errori nel metodo di calcolo. Inoltre l’indicatore non valuta il periodo di applicazione delle limitazione al traffico veicolare, sebbene in alcune città le ZTL siano in vigore solo in alcune fasce orari giornaliere o solo in alcuni giorni della settimana.
Tabella sui totali di mq per abitante di ztl dei comuni italiani sul sito di Legambiente

Piste ciclabili
[metri equivalenti/100 abitante]
fonte:censimento Ecosistema Urbano 2007

Anche quest'anno per cercare di valutare il grado di ciclabilità di una città sono stati presi in considerazione, anziché la sola estensione lineare dei km di piste ciclabili, 4 differenti parametri: - km di piste ciclabili in sede propria; - km di piste ciclabili in corsia riservata; - percorsi misti pedonali e ciclabili; - zone con moderazione di velocità a 30 km/h. Questi parametri, opportunamente pesati (5 punti alle piste ciclabili in sede propria o in corsia riservata, 3 ai percorsi misti e 2 alle zone a 30 km/h), hanno concorso a formare un unico indice che esprime i “metri equivalenti” di percorsi ciclabili ogni 100 abitanti. È importante sottolineare ancora una volta come i dati ad oggi disponibili siano in grado di fornire solo una prima informazione di tipo 'quantitativo' che si limita alla estensione in lunghezza dei percorsi ciclabili, senza indagarne il grado di sicurezza, la funzionalità e la distribuzione all'interno della città. Non bisogna, inoltre, dimenticare che alcuni comuni, per la loro struttura territoriale ed urbana, non sono congeniali alla realizzazione di piste ciclabili. Esaminando i dati relativi al 2005, emerge che i km di piste ciclabili sono quasi 1.700 (1.133 in sede propria e 558 in corsia riservata), mentre sono 797 i km di percorsi misti pedonali e ciclabili. Tra i 7 comuni con una rete di piste ciclabili (in sede propria o corsia riservata) superiore a 70 km, ben 5 sono in Emilia Romagna (Modena, Reggio Emilia, Ravenna, Ferrara e Bologna), gli altri sono due grandi città (Torino e Milano). La presenza di zone con moderazione di velocità a 30 km/h è invece segnalata in 18 città, 5 in più dell’anno scorso, con un’estensione complessiva di 222 km. Analizzando infine l’indice di ciclopedonalità, 6 città (Ravenna, Modena, Mantova, Ferrara, Reggio Emilia e Cremona) hanno valori superiori ai 20 “metri equivalenti” ogni 100 abitanti, mentre in altre 16 ci sono più di 10 'metri equivalenti', tra cui solo una città del Sud d’Italia (Lecce).

Disponibilità procapite di verde urbano fruibile
[metri quadri/abitante]
Fonte:censimento Ecosistema Urbano 2007

Ancora una volta i dati sulla disponibilità di verde fruibile in area urbana confermano le difficoltà delle città italiane nel tenere monitorato il verde presente sul proprio territorio. Solo per citare i casi più eclatanti, abbiamo città come Roma, Parma e Bologna che perdono o 'acquistano' alcuni milioni di metri quadri da un anno all’altro. Indipendentemente dalla attendibilità o meno dei singoli casi, è chiaro come il ripetersi quasi sistematico di certe situazioni evidenzi una carenza di fondo, sia nella disponibilità di banche dati comuni e condivise dai diversi uffici comunali che nell’interpretazione della voce 'verde urbano fruibile' da parte di coloro che compilano il questionario (nonostante 50 questa voce sia sempre rimasta la stessa nel corso degli ultimi anni). Come già specificato nelle edizioni passate, il dato richiesto è prevalentemente riconducibile a parchi e giardini presenti in ambito urbano ed a quelle aree urbane che, seppur non classificate come parchi e giardini, presentano le stesse caratteristiche di accessibilità e fruibilità. In più di un caso, i circoli locali di Legambiente hanno evidenziato significative incongruenze tra il dato fornito dalla pubblica amministrazione e quello sul verde effettivamente fruibile dalla popolazione. Stante queste premesse, il quadro che emerge dai dati pervenuti non sembra essere dei più brillanti: quasi la metà dei comuni dichiara una superficie di parchi e giardini inferiore a 5 m2/ab, circa un terzo del minimo previsto dagli standard urbanistici nazionali6, mentre in testa alla classifica troviamo 4 città, in ordine decrescente Massa, Mantova, Cuneo e Ferrara, che dichiarano più di 25 m2 per abitante.
Tabella sui totali di mq per abitante di verde urbano fruibile e di verde urbano totale nei comuni italiani sul sito di Legambiente

Aree verdi presenti sul territorio comunale
[metri quadri di aree verdi/ettaro di superficie comunale]
Fonte:censimento Ecosistema Urbano 2007

L’indicatore prende in considerazione l’estensione della superficie di tre diverse tipologie di aree verdi presenti sul territorio (parchi e giardini urbani, verde di arredo e parchi e riserve naturali), mettendola a confronto con l’intera superficie comunale. Si confermano le difficoltà di monitoraggio evidenziate in precedenza, anche se, la natura stessa di questo dato può, in qualche modo, giustificare variazioni significative. Vista la diversa estensione che hanno, in media, le tre tipologie di verde considerate, è evidente che i valori più alti tendano ad essere raggiunti da quei territori all’interno dei quali sono state istituite vaste aree naturali a parco o riserva (Pisa, Mantova, Massa, Ferrara, L’Aquila e Cagliari), il cui peso è di gran lunga maggiore rispetto alle altre due categorie di aree verdi. In tal senso, l'indicatore premia i comuni che hanno deciso di tutelare con forti vincoli le proprie aree. È Il caso, ad esempio, di Biella che con l'istituzione nel 2003 di una riserva naturale di oltre 1.500 ettari si conferma anche quest’anno nei primi dieci. Aree a parco e riserva sono presenti in 86 comuni, ed un'estensione superiore a 1.000 ettari si riscontra in 38 di essi (le superfici più ampie con oltre 10.000 ettari si trovano a Roma, Ferrara, L’Aquila, Ravenna, Pisa e Matera).